In Burkina Faso diventare vecchi, come noi intendiamo questo termine, è già molto difficile dato che le speranze di vita media sono molto inferiori alle nostre nei paesi occidentali. Infatti in Burkina Faso si è già anziani già oltre i 40 anni.
Ma non è solo l’età anagrafica a creare problemi alle persone anziane, basta non poter essere più autosufficenti o utili alla famiglia che spesso, soprattutto se donne e soprattutto negli strati più ignoranti della popolazione, queste persone sono emarginate dalla famiglia stessa e messe fuori casa.
Spesso le vecchie sono anche accusate di essere “mangiatrici di anime” per cui vengono spesso torturate ed uccise per la paura che le circonda. Qui potete leggere un articolo, estratto dal sito dei Camilliani, scritto da Giuseppe Fabrizi, uno dei tantissimi volontari che ha conosciuto Fratel Vincenzo e che ha voluto fargli questo omaggio scrivendo questa storia su una presunta “mangiatrice di anime“.
La stessa sorte è riservata spesso alle persone con handicap mentali ed a volta anche solo fisici.
Una volta fuori di casa, unica protezione sociale visto che in Burkina Faso lo stato non prevede assistenza sociali a queste categorie, queste persone sono destinate a fare una vita da mendicante e rapidamente muoiono di fame e di stenti.
Alla vista di queste miserie umane, 40 anni fà un missionario con un grande cuore di nome Fratel Vincenzo, decise che dare un’accoglienza agli anziani ed ai malati di mente ed ai lebbrosi sarebbe stata la sua missione di vita. Così è stato e da allora, con l’aiuto di numerose organizzazioni compresa la nostra, ha costruito un nuovo villaggio, vicino al villaggio pre-esistente di Tanghin, dove attualmente trovano accoglienza e sono sfamati 600 tra vecchie e malati di mente.
Il villaggio, ormai inglobato nella capitale Ouagadougou, dispone di casupole e zone comuni, due pozzi, l’orto comune, la mensa ed altre strutture utili alla comunità che vi vive.
Due volte la settimana Fratel Vincenzo, accompagnato da un gruppo di volontari burkinabè, si reca a Tanghin per la distribuzione dei sacchi di riso, il sapone, le medicine ed altri generi di necessità. Quando necessario cura i malati con i mezzi che ha disposizione: poche medicine che gli arrivano dai volontari o creme fatte artigianalmente con burro di caritè e aloe vera.
Spesso le organizzazioni di volontari si recano a dare un contributo in lavoro o semplicemente di presenza.
La nostra associazione ha contribuito a fare uno dei due pozzi ed alla sistemazione delle residenze, oltre a dare ogni anno dei contributi economici per l’acquisto dei beni necessari al villaggio.