2006 – Sartoria per ragazze sieropositive

Odile è una ragazza di 21 anni che abitava in un villaggio vicino alla capitale, è sieropositiva da quando aveva 15 anni. Odine, come altre sue amiche e compagne di malattia, ha frequentato una scuola di sartoria ed ha un sogno: aprire una sua bottega di sartoria che possa consentirle una rendita economica e quindi l’indipendenza.

Visualizza materiale: Manifesto – Pieghevole – Invito

Titolo del progetto Creazione di una sartoria per ragazze sieropositive
Proponenti I proponenti sono:

  • “AIPIA”, Associazione Insieme Per l’Infanzia Abbandonata con sede a Pietrasanta (LU) che opera da 20 anni in Romania, Albania e in Eritrea a tutela dei diritti dell’infanzia abbandonata.
  • “Nasara – per il Burkina”, un’Associazione di Volontariato con sede in Manciano (GR) che da poco si è organizzata in forma di ONLUS, ma che da 10 anni opera in Burkina Faso come associazione spontanea che sostiene e realizza iniziative di promozione sociale verso le fasce più deboli del paese.
Motivazioni Il Burkina Faso, situato nell’Africa centrale, è considerato da tutte le organizzazioni internazionali come uno dei paesi più poveri al mondo con un reddito medio pro capite di  circa 1.000$ annui. Il rapporto sullo sviluppo nel mondo elaborato dalle Nazioni Unite nel 2002 poneva il Burkina al 170° posto su 174 paesi, per il livello di sviluppo delle risorse umane.

In questo contesto di povertà assoluta e di disinformazione sono molte le persone che si ammalano di tante malattie alcune delle quali addirittura incurabili come l’AIDS che ha una percentuale di diffusione altissima: le valutazioni ottimistiche del governo dicono che l’AIDS è diffuso nel 6-7% della popolazione mentre le stime delle organizzazioni umanitarie parlano del 15-20% della popolazione.

L’assistenza sanitaria pubblica è a pagamento e per la maggior parte della popolazione è impossibile affrontare economicamente una malattia anche di media gravità; le poche persone che riescono ad iniziare le cure di cui hanno bisogno, molto spesso non riescono a finirle per mancanza di soldi.

Le difficoltà si moltiplicano a dismisura quando ci si sposta dalle grandi città verso i villaggi sperduti nella savana dai quali è molto difficile raggiungere gli ospedali situati nelle poche grandi città.

In questo contesto di emergenza sanitaria operano da anni molte organizzazioni non governative, religiose e non, che hanno costruito e gestiscono alcuni ospedali che integrano il sistema sanitario pubblico. Uno di questi ospedali è il CANDAF di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, che in pochi anni è diventato uno dei più importanti ospedali di tutto il centro Africa perché è l’unico che accoglie e cura gratuitamente i malati di AIDS che provengono da tutti i paesi confinanti senza alcuna distinzione di credo religioso o condizione sociale.

A questa struttura si rivolgono molti malati anche in condizioni disperate e molti sieropositivi che una volta scoperta la loro condizione non sanno come affrontare le cure lunghe e costose.

Alcuni dei malati che si rivolgono al centro passano molti anni della loro vita a combattere la malattia con ben poche possibilità di continuare a lavorare o trovarsi un nuovo lavoro lontano dalla propria abitazione.

Anche quando sono dimessi dal centro devono continuare le terapie ed è problematico il reinserimento nel contesto produttivo.

Obiettivi L’obbiettivo del progetto è aiutare alcune donne sieropositive a trovare una nuova occupazione che le possa rendere autonome economicamente.

In particolare il progetto mira a:

–          Affittare e ristrutturare una baracca in legno in una via commerciale della periferia della capitale dove impiantare una sartoria

–          allestire il laboratorio con un paio di macchine da cucire, un tavolo e tutti gli attrezzi da lavoro

–          costituire una piccola scorta di stoffe che consenta di iniziare l’attività di sartoria

Destinatari Odile è una ragazza di 21 anni che abitava in un villaggio vicino alla capitale, è sieropositiva da quando aveva 15 anni.  All’inizio la famiglia, pur non avendo i soldi per curarla a casa, non voleva ricoverarla per motivi di immagine; solo grazie all’insistenza di alcuni religiosi è stata condotta al CANDAF, il centro dei malati di AIDS.

Dopo molti anni di cure Odine sta meglio, ha abbandonato la povera famiglia ed è diventata uno degli “angeli della carità”, così sono chiamati i giovani volontari del centro ospedaliero, che due volte la settimana si recano nei sobborghi della capitale a curare a domicilio molti malati non trasportabili.

Come tanti giovani che sono passati dal centro, Odine vive con i soldi di piccoli lavori, ma soprattutto vive aiutata dai religiosi che la sostengono economicamente.

Odine, come altre sue amiche e compagne di malattia, ha frequentato una scuola di sartoria ed ha un sogno: aprire una sua bottega di sartoria che possa consentirle una rendita economica e quindi l’indipendenza.

Attività Il progetto si articola nelle seguenti fasi:

–          identificazione del locale ed affitto dello stesso

–          ristrutturazione del laboratorio con la collaborazione dei volontari del centro CANDAF

–          acquisto delle attrezzature ed allestimento del laboratorio

–          acquisto delle stoffe ed inizio attività

–          promozione della nuova attività fra le comunità locali

–          assistenza per la fase iniziale delle attività

Risultati attesi Entro sei-otto mesi dall’inizio delle attività si prevede di raggiungere una totale sostenibilità economica della sartoria.

Due saranno le persone inizialmente coinvolte nel laboratorio.

Se, come tutti speriamo, l’iniziativa dovesse avere successo, la sartoria di Odine potrebbe diventare un modello di sviluppo da imitare ed altre donne potrebbero essere aiutate ad impiantare altri laboratori in altri punti della città o ancor meglio nei villaggi di origine.

Periodo e luogo Il progetto si svolgerà tra ottobre e dicembre 2006 e si concluderà in ogni caso entro la primavera 2007 con l’apertura della sartoria.

Si prevede un periodo di affiancamento ed assistenza per i sei mesi successivi all’apertura. Tutte le attività saranno svolte nella capitale Ouagadougou.

Partners Al progetto ha aderito:

  • Comune di San Giuliano Terme
  • Scuola IPSACT di Pisa
  • Comunità dei Frati Camilliani in Burkina
Per informazioni Per maggiori informazioni potete rivolgervi a:

“AIPIA” Associazione Insieme per l’infanzia abbandonata, Pietrasanta (LU)

Simonetta Avesani 333.2634715

“Nasara – per il Burkina”, 58014 Manciano (GR)

www.nasaraonlus.org

Enrico Sonno 335.7153803 [encode_email email=”info@nasaraonlus.org” display=”info@nasaraonlus.org”]

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