Farmacia tradizionale
Per molti milioni di persone le piante medicinali, i trattamenti tradizionali e i professionisti tradizionali sono la principale, e a volte l’unica, fonte di assistenza sanitaria. Questa assistenza è in loco, disponibile ed economicamente accessibile oltre ad essere culturalmente accettata ed a raccogliere la fiducia di un gran numero di persone.
Ad un grande interesse della popolazione malata, degli operatori del settore, dei governi locali e dello stesso OMS, si contrappone una situazione che nella pratica presenta molti problemi ancora non risolti, che inficiano la qualità e la sicurezza delle tecniche di medicina tradizionale.
Obiettivo generale:
L’obbiettivo del progetto è quello di creare un sistema virtuoso ed a ciclo chiuso che consenta di definire un nuovo modo di concepire l’integrazione della medicina tradizionale africana con il sistema sanitario nazionale
Beneficiari:
Sono beneficiari diretti i lavoratori coinvolti nel progetto, gli agricoltori che formano le cooperative di coltivazione ed i Medici Tradizionali che potranno acquistare i prodotti certificati che derivano dalla lavorazione delle erbe medicinali.
Sono beneficiari indiretti tutti i pazienti dei Medici Tradizionali, perché potranno utilizzare medicamenti che derivano da un sistema di produzione con garanzie di qualità e di igiene.
Partner coinvolti:
la cooperativa Laafi-Eco è stato il punto di contatto tra la scienza farmacologica convenzionale e la medicina tradizionale africana e gli stessi Medici Tradizionali.
In particolare si è consolidata in questi due anni di attività la collaborazione con il Dr. Pascal Nadembega, che nel frattempo è diventato il Direttore Generale della Medicina Alternativa in Burkina Faso; direzione specifica del Ministero della Salute del Burkina Faso che risponde direttamente al Ministro.
Mezzi di finanziamento del progetto:
Il progetto in oggetto può essere considerato la prima fase di una idea di intervento molto più ampia nel campo della valorizzazione delle piante medicinali e della rete dei medici tradizionali burkinabè. Questa prima fase è stata finanziata da:
- Chiesa Valdese con un contributo di circa 24.000€, per l’acquisto di tutti i materiali per la realizzazione del laboratorio di ricerca ed i materiali per le prime attività di trasformazione
- Il resto delle attività sono state finanziate da fondi propri
Descrizione delle attività progettuali
- Creazione di una rete di cooperative di coltivatori e fornire loro la formazione e la logistica necessaria.Il progetto ha stretto rapporti con 3 cooperative di coltivatori che hanno cominciato a fare delle sperimentazioni nel campo della domesticazione delle piante medicinali. Per domesticazione si intende esperimenti in campi campione dove si coltivano diverse specie colturali che si ritengono di particolare interesse agronomico e farmaceutico. Sono state coltivate anche delle specie che sono state valutate a rischio di estinzione per la raccolta indiscriminata che avviene nella savana.Creazione di un centro di trasformazione dei prodotti
Con le attrezzature acquistate dal progetto su finanziamento della Chiesa Valdese, si è creato un centro di trasformazione delle piante medicinali coltivate e raccolte dai contadini delle cooperative. In questo centro siamo ora in grado di triturare a granulosità controllata le materie prime, crearne delle capsule, nonché lavorare con dei semiliquidi.
- Creare le basi per un mercato locale di prodotti medicali certificati –
Si è creata una rete di possibili acquirenti, e il progetto ha partecipato a due fiere delle piante medicinali che si sono svolte nella capitale. Per contro si deve registrare che la quantità di materia prima prodotta è ancora troppo bassa per attivare un ciclo di auto-sostentamento del progetto. Per risolvere questo problema, Nasara si è attivata per la richiesta di altri finanziamenti che consentano di passare dalla fase di startup a quella di regime ed ha presentato in dicembre 2018 una richiesta fondi all’Agenzia Italiana per la Cooperazione e Sviluppo.
- Creare un centro di ricerca sulle piante medicinali
nei due anni di progetto, l’attività di ricerca è stata molto intensa anche grazie alla partnership che si è creata con il Centro Nazionale Semences Forestieres (CNSF) che è il maggior centro di ricerca sulle piante in Burkina Faso. Con questo centro sono state scelte le piante su cui fare le sperimentazioni, i metodi di coltivazione ritenuti migliori, analizzati i risultati ottenuti. Sempre con personale del CNSF sono state definite le piante a maggior rischio di estinzione e su queste è stata attivata un’opera di sensibilizzazione sui medici tradizionali e sui raccoglitori di piante spontanee. L’attività che ha dato maggior soddisfazione è stata l’attività di domesticazione delle piante medicinali che prima del progetto non erano mai state coltivate in campo aperto, ma solo raccolte spontanee nella savana.
- Definire politiche per la protezione intellettuale dei risultati
Questa attività è stata oggetto di studi e di contatti con i maggiori enti nazionali ed internazionali che si occupano di protezione dei saperi. L’attività si è svolta in due direzioni: una rivolta alle metodologie applicabili ad un mercato povero e che potesse paragonarsi all’attività brevettuale normalmente riconosciuta nel mondo occidentale, l’altra rivolta a definire un “data base” di conoscenze che si ritengono patrimonio comune della collettività e che quindi non possono essere brevettate da parte delle industrie farmaceutiche, che spesso agiscono in modo scorretto ingannando i detentori dei saperi tradizionale e brevettano composti che invece dovrebbero essere considerati patrimonio comune.
Descrizione e valutazione delle relazioni con tutti gli stakeholder (partner, altri enti coinvolti, ecc.)
I principali stakeholders sono stati:
- I medici tradizionali con i quali sono state strette relazioni molto efficaci sia a livello personale che a livello di organizzazioni provinciali di categoria
- Le 3 cooperative di coltivazione dove sono state svolte le semine
- L’associazione Laafi Eco che è stata presente in ogni attività
- Il Ministero della Salute ed in particolare con la Direzione della Medicina Tradizionale
- Il CNSF centro di ricerca che fa capo al Ministero dell’Ambiente e che si occupa di piante e sementi; è un corpo paramilitare, paragonabile alla nostra guardia forestale.
Divulgazione, visibilità e comunicazione
Abbiamo dato visibilità al progetto nelle due fiere annuali sulle piante medicinali che si sono svolte nel 2017 e 2018 nella capitale Ouagadougou. Durante la fiera del 2017 l’associazione Nasara ha ricevuto dal Ministero della Salute una onorificenza nazionale che testimonia i successi ottenuti in nel settore della medicina tradizionale.
a Nasara