Akova è il nome di una associazione burkinabè gestita da Mamadou e sua moglie Awa che hanno trasformato casa loro in una casa famiglia dove i bambini vanno nel pomeriggio finita la scuola.
Abbiamo conosciuto questa struttura nel 2008 grazie a nostri amici volontari che ce l’avevano segnalata perchè li aveva colpiti la dedizione che Mamadou e Awa mettevano in questa attività.
La loro casa è in un quartiere abbastanza centrale della capitale Ouagadougou e proprio questa caratteristica ci ha fatto conoscere le difficoltà che incontrano i ragazzi di famiglie povere che vivono in città.
Ouagadougou è una città divisa in zone molto differenti: si va da Oauga 2000 dove la speculazione edilizia internazionale ha raso al suolo interi quartieri abitati da poveri per fare posto a mega-ville e viali di stile parigino, a quartieri centrali dignitosi e simili a molte altre città che conosciamo, fino a i quartieri più poveri.
In questi ultimi non ci sono strade percorribili con automobili, ma solo vicoletti tortuosi, non c’è elettricità ed acqua potabile, le fogne sono un miraggio e spesso non esistono diritti di proprietà per cui se una casa viene espropriata per fare una strada non si ha diritto a nessun rimborso, come è successo ad un nostro amico che dovrà ripartire da zero.
L’ultima alluvione di settembre 2009 ha poi dato il colpo di grazia ai poveri perchè molte case di fango si sono “sciolte” sotto l’azione della pioggia. Passata l’emergenza, l’alluvione ha dato l’alibi all’amministrazione comunale di mettere in atto delle vere e proprie espropriazioni di massa per liberare interi quartieri centrali per fare posto a nuove lottizzazioni ovviamente per ricchi. Quando fortunati, gli espropriati hanno avuto una “presella” a molti chilometri di distanza dalla precedente abitazione e dalla vita creata in anni, ma ovviamente nessun aiuto per ricostruire.
Non c’è da stupirsi, qui i poveri non li protegge nessuno!
In questa città dai mille volti, operare in quartieri disagiati riserva molte sorprese per la grande umanità e solidarietà che vi si trova tra le persone.
Vedendo i ragazzi che bighellonavano tra le strade polverose del quartiere, facile preda di cattive abitudini, Mamadou e Awa hanno pensato di aprire la loro umilissima casa a questi ragazzi. Tre stanze più una grande tettoia in lamiera ed un piccolo cortile interno sono sempre brulicanti di ragazzi.
Hanno cominciato con un pò di dopo-scuola, di televisione, per poi passare a qualche pasto.
Ora, dopo anni, sono diventati nostri amici e passiamo parte delle nostre missioni a condividere con loro nuovi progetti e idee.
I primi anni abbiamo sostenuto economicamente le spese correnti, poi ci siamo dedicati alla realizzazione del pavimento di cemento che evita ai ragazzi di respirare polvere, e quest’anno abbiamo contribuito alla sostituzione della tettoia in lamiera che quando il sole picchia in verticale diventa un vero forno.
Durante l’anno scolastico 2010-2011 Akova ha avuto un gemellaggio con una classe di una scuola italiana, qui puoi vedere un filmato.
Dopo mesi di febbrile preparazione, aiutati da un gruppo di volontari italiani che sono rimasti in Burkina anche 2 mesi, nel febbraio 2010 Akova ha partecipato al festival inter-africano del Teatro come unica compagnia teatrale formata interamente da ragazzi. Con il bellissimo spettacolo pieno di colori, ritmo, e gioia, ragazzi hanno ottenuto un grande successo sia di pubblico che di critica. Per questo evento Nasara per il Burkina ha finanziato i trasporti da e per le zone dove si tenevano gli spettacoli e gran parte degli strumenti musicali.
Al momento si tengono in maniera stabile corsi di recitazione, di danza e di percussioni.
Approfittando della presenza di due volontari medici, durante la missione di novembre 2010, abbiamo organizzato delle sessioni di visite mediche per i ragazzi di Akova. L’iniziativa è partita per caso, ma è stata subito un successo perchè, già al secondo giorno che si era sparsa la voce nel quartiere, le visite sono state decine e decine. I ragazzi venivano accompagnati dalle mamme che sapevano delle malattie, ma non avevano i soldi per portare i ragazzi dal medico e tantomeno per comprare le medicine. Infatti in Burkina Faso ogni prestazione medica è a pagamento e quasi nessuno spende i pochi soldi per visite di malattie che non siano gravissime. Si sono riscontrate normali tossi o polmoniti, otiti che spesso degenerano in sfondamento del timpano a causa di mancate cure, come pure semplici casi di scarsa igiene personale che crea mille problemi accessori. Abbiamo distribuito un gran numero di antibiotici e sciroppi per tosse che ci eravamo portati in aereo, come pure abbiamo fatto realizzare a nostre spese occhiali o fatto fare analisi specifiche.
I casi più gravi e difficili da curare in questo contesto del tutto inusuale sono stati da noi indirizzati ai reparti specifici dell’ospedale San Camillo.
Questa attività con Akova proseguirà anche nei prossimi anni per migliorare il centro di accoglienza e di creare le basi per qualche tipo di sostentamento economico.